La montagna è imprevedibile e va rispettata. Illusione quella di trovare un ambiente primaverile a 3000 metri di quota. Dal Colle dell’Agnello l’obiettivo era quello di raggiungere la vetta del Pan di Zucchero per ammirare ed immortalare il tramonto. La neve ce lo ha impedito e ci siamo dovuti accontentare, per stavolta, di un panorama parziale rispetto a quello pianificato. Ci si riproverà in estate, quando il sentiero sarà inequivocabilmente identificabile e percorribile. Accontentiamoci, pertanto, degli scatti di seguito che ritraggono il tramonto sul versante francese. Nell’ultimo, in panoramica verso est ovvero sul versante italiano, ancora una volta il Re di Pietra, cui è dedicato il centro dell’inquadratura, si nasconde timidamente sotto uno sgualcito cappello di nubi!

Le immagini possono, come sempre, essere acquisite. Come? Guarda qui.

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A presto da Fabio Foto.

Potevo perdermi di “congelare qualche attimo” anche di questo evento agonistico, se non altro per vedere un altro impiego dell’impianto nel quale mi alleno due volte la settimana? Ecco un, ebbene sì, sintetico estratto degli scatti catturati durante la partita, in un frastuono di tifo sfrenato che fa invidia anche agli stadi più gremiti. Anche qui è stato impossibile ridurre ulteriormente la selezione. Tutti attimi colti durante azioni frenetiche, caratterizzate da una dinamicità pazzesca e “condite” con gli effetti provocati dall’acqua. Fotogrammi che dal vivo, ma nemmeno in televisione, non si riescono a cogliere. Buona visione.

A presto da Fabio Foto

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Come già previsto alla prima “puntata” rieccoci qua a soddisfare “l’acquolina in bocca”. Sveglia alle 0100, partenza alle 0200, un po’ più di un’ora di automobile, un po’ meno di due di marcia in salita con passaggi innevati, ghiacciati e l’attraversamento di quello che in quel punto è un piccolo ruscello ma che da lì costituisce la sorgente di “un certo” fiume Po. Si giunge, sempre in ottima compagnia, sul posto con più che ragionevole anticipo sull’alba e … di seguito una breve sintesi di ciò che si trova come premio per ciò che inizialmente può sembrare un sacrificio ma che, con un “bottino” d’immagine del genere, si trasforma molto presto in grande piacere e soddisfazione.

Fabio Foto è anche questo.

Lo scenario è quello del Monviso che si affaccia (e si specchia) nel Lago Fiorenza all’inizio del suo “sghiacciamento”.

Una breve descrizione di ogni immagine nelle didascalie.

A presto da Fabio Foto

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Non si può ancora chiamare crepuscolo poiché siamo ancora in anticipo. Il bagliore che si nota alla base del cielo è dovuto alla luna piena che da pochi minuti è calata. Si apprezzano solo poche tra le più luminose stelle proprio a causa della luce diffusa nel cielo dalla luna. Ciò, tuttavia, consente di avere abbastanza luce per vedere il Monviso specchiarsi nell’unica zona già completamente liquida del lago Fiorenza.
La luce del crepuscolo prende il sopravvento sulla visibilità delle stelle e qualche metro più a monte il ghiaccio lascia un’altra breccia; un piccolo masso facilita una doppia direzione di crepa nel ghiaccio. Qualche decina di minuti più tardi (così come nell’immagine di copertina) la scena avrà tutt’altro tipo di illuminazione e quest’ultima, in queste circostanze, varia nel giro anche di pochi secondi!
Il sole è sorto da pochi secondi ed illumina con la sua luce calda la vetta del Re, facendolo specchiare. I colori più belli da cogliere nei pochi secondi disponibili.
La scena precedentemente descritta al crepuscolo un paio di minuti dopo lo scatto della foto precedente. Si nota già un evidente “raffreddamento” dei colori.
Una breve sosta in discesa, già verso Pian della Regina. Che differenza i colori dell’ormai pieno giorno.

Potevo perdermi di “congelare qualche attimo” di un evento del genere, se non altro per vedere l’impiego più prestigioso dell’impianto nel quale mi alleno due volte la settimana? Ecco un, ebbene sì, sintetico estratto degli scatti catturati durante un paio di puntatine effettuate nei tre giorni dedicati alle competizioni. È stato impossibile ridurre ulteriormente la selezione. Tutti attimi colti durante un gesto racchiude i risultati di una preparazione fisica e tecnica certamente non indifferente. Interessante notare le posizioni, gli sforzi, le smorfie, gli effetti “anti-gravità” dei movimenti ed il sincronismo catturati in quella piccolissima frazione di secondo dello scatto. Immortalato anche … un certo … Giorgio Cagnotto 🙂

A presto da Fabio Foto

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Può essere opinabile se ne valga la pena o no. Sia noto che per me non ci sono dubbi! Sveglia alle 0330, un’ora di automobile, un’ora e mezza di salita a piedi con zaino pesante, temperatura decisamente sotto lo zero, vento. Sufficiente per essere giudicati matti ma per “cogliere attimi” si fa questo e altro. E poi, in ottima compagnia ancora di più. Bisognava solo scegliere dove scattare nel momento dell’alba e si è optato per la posizione più in basso, la prima raggiungibile dopo aver lasciato l’auto; ma già l’acquolina in bocca è abbondante pensando di ripetere l’escursione e trovarsi direttamente al lago al sorgere del sole.

Di seguito un campione dei risultati ottenuti con soggetto protagonista il Monviso nel momento dell’alba presso Pian della Regina e un’ora abbondante più tardi al Lago Fiorenza.

A presto da Fabio Foto

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Approfittando della trasferta a Pralormo per il set in esterni con Simonetta (vedi articolo precedente), poteva Fabio non catturare anche la bellezza dei tulipani? Di seguito una galleria, mista per tipologia di soggetti e di tecnica di scatto. Che sia un pensiero particolare di fiori e di colori in corrispondenza della Pasqua. Auguri a tutti.

A presto da Fabio Foto

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Un sopralluogo “aereo” con l’obiettivo “segreto” di scorgere i tulipani … ma niente: la Contessa li ha nascosti bene e bisogna entrare per vederli. Bene, entreremo presto; abbiamo tempo tutto il mese. Nel frattempo, di seguito, ecco un paio di vedute del Castello di Pralormo all’approssimarsi del tramonto da due diverse angolazioni.

Buona visione e grazie, come sempre, per condivisioni, commenti e critiche.

A presto da Fabio Foto

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Non è un piatto tipico, o meglio lo è anche, ma in questo caso non parliamo di cucina piemontese bensì di architettura. Casa Scaccabarozzi, meglio conosciuta dai torinesi col nome di Fetta di Polenta è sicuramente un edificio che merita di essere visto. Il palazzo sorge nel quartiere di Vanchiglia, che fu, tra l’altro, il nome della società di costruttori a cui fu commissionata la costruzione dell’edificio nel 1840. Della società faceva parte all’epoca anche Alessandro Antonelli, il noto progettista della Mole, il quale volle testare le sue qualità con questa costruzione. Questo edificio, progettato da Antonelli sul suo stesso terreno, fu intrapreso più come una scommessa che come una vera e propria esigenza di costruzione. Guardando le dimensioni dei lati del palazzo, che ha forma trapezoidale-triangolare molto stretta (16mX5mX54cm), si può meglio comprendere l’eccezionalità dell’opera. Il palazzo è costituito da 9 piani, di cui 2 sotterranei, collegati da una piccola scala a forbice in pietra. Nel lato di 54 cm, per ottimizzare al massimo lo spazio, Antonelli decise di porvi la canna fumaria. L’altezza complessiva dello stabile è invece di 24 metri. I primi tre piani furono ultimati nel 1840, mentre i successivi tre furono aggiunti nel 1881. Il nome comunemente attribuitogli dai torinesi, Fetta di Polenta, è dato dalla curiosa forma dell’edificio, somigliante a una vera e propria fetta, e dal suo caratteristico colore giallo. In realtà il palazzo prende il nome dalla moglie di Antonelli, Francesca Scaccabarozzi, insieme alla quale l’architetto abitò alcuni anni l’edificio dal momento che nessuno voleva abitarci temendo un crollo di una costruzione così anomala per l’epoca. Non propriamente anomala per i nostri giorni, rimane sicuramente uno degli edifici più curiosi della città che merita di essere visto almeno una volta.

Di seguito due scatti che documentano la forma singolare dell’edificio.

Buona visione e grazie, come sempre, per condivisioni, commenti e critiche. A presto da Fabio Foto

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Oggi non mi interessa tanto mostrare le mie foto ma documentare una triste realtà. L’area dai torinesi denominata “Italia 61” presenta, tra l’altro, un angolo caratterizzato da completo abbandono, corrispondente con il Palazzo del lavoro. In occasione del centenario dell’unificazione del Nostro Paese fu organizzata una Expo che richiamò più di sei milioni di visitatori da tutto il mondo. La costruzione, all’epoca futuristica, fu progettata dal celeberrimo ingegnere Pier Luigi Nervi. Palazzo del lavoro è stato sede della Facoltà di Economia e Commercio e dell’archivio del capoluogo oltre che di numerosi eventi nel corso degli anni. Pur in presenza di un manufatto ormai estremamente degradato dal tempo e dagli agenti atmosferici nonché da una serie di atti vandalici ed incendi dolosi, si continua a discutere sul suo futuro utilizzo dimostrando una vergognosa isteresi; nel frattempo il palazzo permane in uno stato di abbandono tale da far fare non di certo una bella figura alla città nei confronti chi vi giunge dall’autostrada, costituendo la prima cosa che si vede entrando nel territorio comunale. Di seguito ciò che si vede ad oggi. A presto con altre immagini, si spera migliori da Fabio Foto

Lo spettacolo che appare dalla rotonda di ingresso in città
Dettagli del degrado strutturale
Il vecchio e ciò che dovrebbe essere il nuovo: dagli alberi si scorge il grattacielo della Regione. Ed anche qui ….. lasciamo perdere!
Il versante nord …
anche il versante nord mostra i segni del degrado e del vandalismo
Nulla di diverso dal lato di via Ventimiglia

L’inizio di una nuova giornata è sempre caratterizzato da magia. Da un punto di vista fotografico, è affascinante notare come, nel giro anche di pochi secondi, i colori e le luci variano in maniera rilevante, regalando scene sempre inedite. Ci troviamo a Candia Canavese e nelle immagini che seguono si notano, oltre al lago ed all’abitato, il Castello e la torre di Castiglione. Nell’ultimo scatto panoramico lo sguardo si perde dall’alba sul lago fino all’arco alpino alle spalle di Torino, Monviso compreso.

Buona visione e grazie, come sempre, per condivisioni, commenti e critiche. A presto da Fabio Foto

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Un breve reportage da una location molto interessante sia dal punto di vista storico ed artistico nonché per una rilassante mezza giornata da trascorrere. L’unica nota stonata la meteo “non particolarmente favorevole”, per utilizzare un eufemismo, ma che ha, comunque, consentito di riprendere il Castello di Masino da varie angolazioni in un momento della giornata sempre suggestivo.

Di seguito una selezione di scatti. Buona visione e a presto da Fabio Foto

Per chi volesse saperne di più suggerisco questa pagina

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Oggi presento qualche scatto in un momento della giornata sempre caratterizzato da singolarità e, spesso, peculiare magia. Il cielo non sereno e la cornice lacustre hanno regalato, in questa circostanza, una dose di drammaticità alle scene. Ci troviamo in Piemonte … ma dove esattamente secondo voi?

A presto con nuove immagini da Fabio Foto

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Nel precedente articolo sull’argomento, che invito a riguardare, avevo trattato qualche concetto relativo all’argomento. Con questo “flash” presento tre esempi di risultati che si possono ottenere “facendo girare gli occhi” anche quando si è a diporto. La street photography regala sempre qualcosa di “singolare” anche in casi come questo in cui manca l’organizzazione preventiva di tipo tecnico e gli scatti sono il solo frutto del maneggio dello smartphone! Solo qualche parola descrittiva precede ogni immagine. A presto con le nuove uscite di Fabio Foto.

Questa coppia si vuole sicuramente molto bene e ne vuole altrettanto al suo pelosetto quattrozampe, visto che lo trasporta in una borsa “griffata” – e che griffe! 🙂

Io mi disseto e tu fotografami pure, non mi interessa; l’importante è sfoggiare il mio favoloso vestito a fiori nonostante questo caldo. 🙂

Donne, nell’indossare i vostri pantaloni accertatevi preventivamente che le loro fibre, soggette ad “una certa sollecitazione”, non rischino, in particolari condizioni di irraggiamento, di lasciar trasparire uno spettacolo “fuori dal comune”! 🙂

Cultura, attività fisica, compagnia, spensieratezza: ingredienti per una giornata diversa e memorabile. E non solo! Prevedendo la visita tre tipi diversi di programma ed avendo completato l’itinerario “intermedio” coprendo solo una parte della struttura, c’è già stata sul posto la volontà determinata di ritornare per la “dose completa”. Non mi permetto di dilungarmi in descrizioni e/o sintesi storiche. Il materiale disponibile a riguardo è ottimo e abbondante. Vivamente, tuttavia, consiglio di fare questa bellissima esperienza direttamente sul posto fornendo, disinteressatamente, i riferimenti diretti.

ASSOCIAZIONE PROGETTO SAN CARLO onlus
c/o Forte di Fenestrelle – 10060 Fenestrelle (To)
Tel. 0121.83.600 – Fax 0121.88.46.42
E-mail: info@fortedifenestrelle.it
sito internet: www.fortedifenestrelle.it

Di seguito una galleria di immagini che forniscono un’idea generale dello svolgimento della visita. Un pizzico di fortuna per la giornata mite e limpida e, non meno importante, per la professionalità e la disponibilità della guida ci hanno fatto tornare a casa pienamente soddisfatti.

Dopo la galleria qualche immagine “da diversa angolazione” 😉

Per chi volesse affacciarsi dalla mongolfiera in mezzo alla Val Chisone può farlo qui:

https://www.facebook.com/100063798060229/posts/pfbid02g8iDjWiPUrccDLuuushHDJy6GzhqrHZhSgZAfzfewL52EMR7uoCeZB51KVnHgtP1l/?d=n

Ed ecco le immagini da angolazione aerea che danno l’idea d’insieme delle dimensioni e dell’estensione della struttura.

La base con le strutture di comando e logistiche
Panoramica verticale della stessa zona
Panoramica a 180 gradi della Val Chisone (monte a sx, valle a dx) con al centro la Fortezza di Fenestrelle
Visione d’insieme della Fortezza

… potevo intitolarlo “come non si è mai vista” … ma poteva essere poco modesto 🙂

Oggi mostro un reportage di immagini da “angolazione unica” e di cui una parte in orario decisamente particolare, ovvero all’alba. Non sto a descrivere i soggetti poiché riconoscibilissimi. Le torri della rocca e, in una, il Palazzo del Popolo sono ritratti come credo quasi nessuno abbia fatto. Dove c’è un soggetto molto famoso cerco di perseguire una certa originalità e spero di esserci riuscito. A presto con le prossime catture di Fabio Foto.

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